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La stalla, una tipologia architettonica specialistica

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La stalla con sovrapposto fienile costituisce un tipo edilizio ben riconoscibile e distinto dalla casa di abitazione. La stalla è un tipo edilizio definito così come lo è la casa: ambedue rispondono al concetto di tipo edilizio che scaturisce dalla ripetibilità e dalla diffusione degli esemplari. La stalla è un tipo edilizio forse ancora più significativo della casa di abitazione perché mentre per le case vi è stata una evoluzione progressiva della tipologia, il tipo edilizio della stalla presenta una maggiore permanenza nel tempo. Infatti la casa può avere molteplici varianti che dipendono, sostanzialmente, dalla crescita della cellula elementare, che è la stanza d’abitazione, con successivi raddoppi, mentre la stalla ha sempre le medesime dimensioni. Evidenziando l’esistenza di un tipo edilizio proprio della stalla si mette in rilievo la presenza in un insediamento tradizionale di una pluralità di tipi edilizi: se a ogni tipo edilizio corrisponde una specifica funzione constatiamo che anche nelle società del passato si trova una specializzazione funzionale che, poi, è il connotato peculiare di società evolute. In altri termini se la specializzazione è il frutto della “divisione del lavoro”, cioè di una struttura sociale progredita, si può dire che la stalla come distinguibile tipo edilizio, testimonia la presenza di una organizzazione articolata di questa comunità. Del resto il mondo pastorale, della cui esistenza la stalla è un segno leggibile, non si può definire arcaico legato com’è a consuetudini varie e complicate da quelle che normano l’uso collettivo dei pascoli a quelle che regolano la transumanza; va smentita la teoria che la pastorizia va considerata una forma di conduzione del territorio di tipo estensivo, quasi fosse priva di un impegno organizzativo dell’uomo, bensì essa va considerata una economia complessa (lo spostamento periodico di milioni di pecore lungo i tratturi richiede sicuramente una forte coesione comunitaria e una rigida divisione del lavoro che coinvolge anche chi resta nei paesi). Dunque in centri quali Vastogirardi, a vocazione pastorale, le stalle rimandano al ricordo di un mondo ormai sorpassato.

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Anche per un altro aspetto le stalle sono da conservare ed è quello che esse sono l’unico tipo edilizio legato ad un’attività lavorativa: generalmente, nella maggioranza dei paesi molisani, solo il piano terra delle abitazioni era riservato ad un uso specialistico e neanche nelle campagne sono distinguibili specifici tipi edilizi per stalle, fienili, ecc. per i quali si adottavano solitamente costruzioni simili a quelle destinate all’abitazione. Le stalle a Vastogirardi, così come a Roccamandolfi ed in altri comuni dove era prevalente l’attività pastorale, conferiscono a questi centri un’altra caratteristica peculiare, che li rendono diversi dalla generalità dei comuni molisani: normalmente nei nostri paesi le case sono quasi tutte uguali fra loro, con l’eccezione della chiesa, del castello e dei pochi palazzi signorili, e perciò vi è una tendenza all’uniformità delle costruzioni, mentre dove vi sono le stalle come tipo architettonico a sé stante si legge una diversificazione delle strutture edilizie che rompe la piattezza dell’immagine dell’agglomerato insediativo. Va sottolineato, comunque, che le stalle, pur essendo strutture specifiche, differiscono dalle altre costruzioni specialistiche, quali possono essere il castello e la chiesa, perché al contrario di questi ultimi, che sono carichi di intenzionalità architettonica con una forte personalizzazione essendo costruiti da artefici professionali che imprimono nell’edificio la propria cultura, sono opere “spontanee” edificate, spesso, direttamente dal fruitore. Ritorniamo qui al concetto di tipo edilizio che è valido per le stalle, ma non si può applicare per, mettiamo, un castello o una chiesa perché “il tipo edilizio si forma sulla generalità, e non sulla particolarità, di esperienze” (Caniggia – Maffei). Le stalle, molto più diffuse degli altri edifici specialistici, possono essere, per quest’aspetto, assimilate meglio alle case d’abitazione perché al pari di queste costituiscono un tipo edilizio ripetibile. La ripetibilità è confermata pure dalla loro aggregabilità che permette di formare delle schiere che sono presenti di frequente ai margini degli abitati, sia a Vastogirardi sia a Roccamandolfi. Le stalle alle volte si aggregano non solo con altre stalle, ma anche con le abitazioni e pure questo caso è ricorrente. La possibilità di aggregare le stalle con le abitazioni è dovuta al fatto che ambedue hanno come matrice edilizia un modulo di circa m2 35 a pianta quadrangolare; questo modulo è leggibile più chiaramente nella stalla perché essa è una struttura più elementare. Per certi si può riconoscere una derivazione della casa di abitazione dalla stalla, intesa come semplice ricovero formato da un unico vano per piano, con un processo di crescita per gradi, cioè con l’aggiunta di vani. Ciò conferisce alla stalla, al contrario degli altri edifici specialistici che difficilmente sono disponibili per destinazioni d’uso diverse da quelle originarie, quando quest’ultima è ormai superata, la capacità di trasformarsi in casa, perché tutt’e due derivanti dallo stesso modello base, ma ciò a costo di perdere la propria specificità e a costo di cancellare il valore di testimonianza di un particolare aspetto della civiltà tradizionale. 

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